Il monaco della Parola

Il monaco della Parola

Un cartello sul portone del convento accoglieva i pellegrini che salivano alla pieve: “Gli occhi si nutrono di cielo”.

La poesia e la filosofia non mancavano davvero al monaco della Parola.

Momenti di dialogo sono sempre efficaci, per chi è stressato di solitudine.

Tanti pellegrini trovavano pace lassù, soltanto seduti ad ammirare la vallata delle ginestre.

Un raggio di sole ti illumina il cuore.

Una radice contorta di ulivo ti addita le difficoltà della vita.

“Vieni con me, consigliava al pellegrino affaticato non solo per la fatica della salita. Vieni, sediamoci dinanzi al tabernacolo.

Sai, i miei problemi così pesanti, li ho risolti, qui, dinanzi a Lui.

Da questo ciborio sono uscite briciole di sacramento da rendermi davvero forte nelle tribolazioni.

Che hai nel cuore?”.

“Convertirsi all’Islam con il riscatto, con le chiacchiere dei soldi! Perché Dio non si fa sentire, confidò il pellegrino. Tanti sono i miei dolori! E’ disceso in mezzo a noi una volta soltanto nel tempo. Noi abbiamo bisogno di lui quotidianamente. Non comprendo la pienezza dei tempi in una Palestina dominata dai romani. Qual è la pienezza dei tempi? Quella della pietra? Quella del bronzo? Quella d’oro di ogni potere?”.

Come poteva spiegare il monaco al giovane del computer la pienezza dei tempi di Dio? Stette a lungo in silenzio, poi gli strinse la mano e disse: “Usciamo dalla pieve. Andiamo a dialogare con la natura. Cristo si è schierato con gli ultimi di allora e di oggi. Contempla questo panorama, poi gioì, ci potrà suggerire qualcosa. Sei capace di creare una collina? Quei monti lassù chi li ha elevati al cielo? Senti questa orchestra di usignoli? Forse deve nascere ancora qualche Vivaldi a musicarla. Io non so la pienezza dei tempi. Non so, non so niente, non so dirti nulla. Io vivo quassù. Mi sento felice quassù! Non cerco lontano la risposta al mio cuore”. Poi decise: “Chiudi gli occhi e dentro di te vibra l’immenso che ti è attorno. Chiudi gli occhi e dentro di te c’è la risposta che non sai capire. No, non rispondere soltanto a questo tempo, non rispondere ai perché dei limiti di una clessidra. Tu sei fatto per i quesiti del cielo, che ti attendono a darti soluzioni,

qui in questa stupenda contemplazione. Respira il cielo e ti comunicherà chi sei. Sei fatto di Dio. Sei fatto di amore e non di passa tempo. Forse soffri, perché non sei stimato dalla gente. Può la stima di una persona darti pace? Solo il Signore del creato è la nostra pace. Solo lui è la nostra pienezza.

Sii forte, non chiudere il cielo dinanzi ai dilemmi del tempo. Apriti all’anima. Chi affronta i propri sbagli, diventa uomo”.

Il pellegrino al fine alzò gli occhi al cielo e ringraziò il Signore per il monaco silenzioso della Parola. La risposta la trovò in fondo al cuore! Quella notte dormì al convento e poi sereno all’aurora scese in città.

Amico, un pizzico di cielo farebbe bene anche a te.

Paolo Turturro

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