Il pensiero che unisce

Il pensiero calcolante è il denaro che non può produrre ricchezza. Il denaro per noi è tutto ciò che si riferisce come efficienza, diventa potente e puoi dominare l’altro, rendendolo come uno schiavo. Se vogliamo divenire credibili dobbiamo eliminare il corpo e tutte le sensazioni. Il corpo è il padrone del denaro. Il corpo finisce e le sensazioni sono del corpo che finisce. Il denaro è la quantità che cambia tutto, il suo aumento diventa il fine, siamo così divenuti tecnica che sembra la forma più alta della nostra società, il futuro si vedrà. Torniamo al pensare. Il pensiero occidentale è astratto, fuori di ogni realtà. Il corpo è la forbice dell’effimero. Tutto finisce, resta lo spirito a sostegno dell’invisibile. L’io non è padrone neanche in casa propria. Cammina fuori per incontrare se stesso nell’altro. La sensazione fisica è il principio di contraddizione. Siamo contraddittori e ci sfugge il principio di equità. La bontà e la bellezza sono due facce della stessa realtà. La bontà esplode visione che incanta. La bontà trafigge e infonde splendore. La bontà è la più eccelsa, la più dinamica nel teatro della pazzia. La bellezza è ciò che appare bello. È soggettivo, non risponde a verità, per essere tale abbisogna di unirsi alla bontà. Ecco che allora bontà e bellezza costituiscono la realtà dell’amore. In vino veritas, bevendo vino si dice la verità. La bontà è la via concreta della pazzia d’amore.

Paolo Turturro

www.dipingilapace.it

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