Uno zappatore arava campi, irrorandoli con il suo sudore. Non sempre però riusciva nel coltivare. Presso il suo casolare, un giorno vide il suo roseto tutto secco. Si amareggiò addolorato: “La colpa è tutta mia”, si lamentò con le spine.
“Tu roveto, quando non avevi bisogno di acqua, io ti annaffiavo a vomitare. Ora invece che sei assetato, ti ho lasciato seccare”.
Il roseto, aiutato dal vento, si mosse a compassione: “Le mie spine non ti pungeranno di punizione e il tuo capo non insanguinerò”.
Il contadino chiamò sua moglie e la consolò: “Lo chiamerò: Passiflora, le spine di Cristo”.
Tuttora in quel paese, il Venerdì Santo, le pie donne offrono al Crocifisso mazzi di spine, perché le loro figlie si possano sposare di vero amore. Dipax
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