Il suo regno
dedicato a Cristo
Com’è difficile dialogare!
Com’è arduo capire l’altro!
Com’è lacerante convivere con uno
che pensa diversamente da te!
Mangiare con la mummia o con lui
è la stessa cosa.
Signore, non ho altro da offrirti che la mia miseria.
La miseria della parola!
La miseria dell’amore!|
Il regno di tuo Padre è aperto, trasparente,
dove ognuno si rispecchia
a illuminarsi della propria e dell’altrui luce.
Qui, ognuno si nutre e gode dei carismi
delle infinite intuizioni.
La poesia da te è l’ultima a lodarti.
Gesù dammi la forza di entrare
nella dimora di tuo Padre.
Quanta forza ti ho chiesto
in questi venti anni di solitudine.
Sono appena venti e non cento.
Stamane ancora mi hai invitato
a riflettere sul regno di tuo Padre.
Appena appena sorge il crepuscolo
a scintillare la rugiada
gli alberi vibrano la grande sinfonia dei viventi.
Neppure il vento può frenare tale armonia,
anche se il sibilo è terribile di paura,
a frantumare i nuovi e impavidi nidi degli aironi.
E tu mi incoraggi: Non fermarti al tempo.
Scendi con me, in quella valle dell’incanto.
Qui ognuno splende dell’altro.
Vivi di questa valle e dentro ti scorrono
le altre profumate di bontà, di bellezza e di arcano,
ti aprono a sognare gravide di altre virtù.
Sei in questa valle e respiri le altre.
Tu sei qui figlio del tuo figlio
e padre di tuo padre.
Ti meravigli delle energie che l’aloe possiede.
Qui le terapie sono energie del tuo stesso respiro,
Sono energie che l’altro ti infonde, amandolo.
Il tuo spirito massacrato di ferite,
qui diventa affresco delicato di baci.
Come puoi descrivere il regno dell’amore?
Come puoi descrivere il regno dell’infinito?
Come puoi immaginare il regno di Dio?
Sei qui, immerso dentro il regno
e le parole non possono suonare
l’armonia dell’immenso.
Qui dialoghi senza una voce.
Qui vedi senza una visione di artisti.
Qui senti senza un’orchestra
di violini, di arpe e di violoncelli.
Qui, non c’è maestro che solfeggi d’insieme.
Qui l’armonia, la bellezza, l’incanto, l’estasi e l’ebbrezza
sono dentro il tuo stesso respiro.
Vivi tutto, senza sapere niente di terra.
L’ignoto diventa bellezza,
l’assurdo diviene realtà.
L’impossibile è raggiunto con un sospiro.
L’invisibile diventa
la luce degli occhi a contemplare.
Tu, là dentro, sei Dio, senza saperlo
a morire d’amore.
P. Paolo Turturro