Anch’io ho preso a modello di sopportazione i profeti che hanno martirizzato la loro fede. Ho atteso la libertà, come le donne di essere libere di pensare. Anch’io sono nella schiera dei poeti che hanno sognato come Isaia. Dio è innamorato di noi, come un giovane spasima per la sua fidanzata. Dio non ci chiama a essere passivi, a subire gli avvenimenti. Egli ci vuole creativi. Noi stessi dobbiamo dare una risposta ai disagi e alle prove. Anche nelle prove è possibile dare sorrisi e serenità. La libertà è la sorgente della speranza. Spera sempre in ogni cosa. Spera in un fiore. Spera nel volo di un gabbiano. Spera nel volto di ogni uomo. Spera negli occhi di un innocente. Spera nel cielo che non opprime. Spera nei mari e negli oceani. Spera nell’eucaristia che è farmaco d’immortalità e di ogni malattia spirituale e corporale. Dio di là delle prove ci dà lo stupore di cambiare davvero le cose. Il più intimo rapporto con Dio è la bontà del cuore. Il più intimo rapporto con Lui è amare sempre e mai giudicare e condannare. Cristo stesso è geloso di questo intimo rapporto con Lui. La preghiera, che è intima comunione con Lui, non ci crea paura o inquietudine. Dio non ci crea turbamento. Egli non può che amarci. Medito e stamani escono raggi dalle fessure del costato di Cristo. Non è più un sogno in me. Io forgio le spade dei miei pensieri in vomeri di aiuto; le lance dei miei giudizi in falce di raccolte operose. Ora impugno la pace e non alzerò più il mio giudizio contro un altro uomo. Non mi esercito più nella battaglia dei dubbi, nel comizio del capire. Medito il passato per vivere il presente. Alzo il cuore e sento una soave melodia. Sono gli angeli che sognano in me. Cominciano a cantare di nuovo sulla terra. Ecco inneggiano nei secoli le loro sinfonie:
Buon Natale a te,
Sorella Clarissa che canti:
“Solo Dio mi basta”.
Buon Natale a te,
marinaio che strappi
dalle bufere e dalle burrasche
gli immigrati
nel mare della libertà.
Buon Natale a te,
operaio che batti
il lavoro che manca,
con la tua volontà.
Buon Natale a te,
che sogni dalle sbarre
un Natale caldo e sereno
di famiglia.
Buon Natale a te,
prigioniero della società,
per uscire dalla droga,
dall’alcool e dalla prostituzione.
Buon Natale a te,
sacerdote che,
nel silenzio
del tuo cuore,
adori la solitudine di Dio
che nasce.
Buon Natale a te,
uomo separato
che solo cammini
sotto la neve
a sentire la gioia
che emana dai vetri appannati
delle case
accaldate di famiglia.
Buon Natale a te,
donna buttata fuori dalla chiesa,
perché divorziata.
Sta tranquilla,
è nato Cristo Gesù
nel tuo cuore pentito.
Buon Natale a te,
donna emarginata
dai cristiani ben pensanti,
perché senti ancora
profonde e laceranti
le ferite del tuo aborto.
Buon Natale a te,
che tu possa rimuovere,
da sotto la grande pietra
dell’immobilismo,
la speranza di un mondo
più buono e più giusto.
Buon Natale a te,
Francesco
che desideri
una Chiesa in uscita,
povera e per i poveri.
Buon Natale a te,
don Corrado
che vuoi costruire con Dio
una città a misura d’uomo.
Buon Natale a voi,
comunità solidali
con Dipingi la pace,
che lottate con forza
un’Italia senza mafia.
Buon Natale a voi,
che, nella Notte Santa,
vi consacrerete
in Spirito e Verità:
Piccoli della pace,
cuore e sangue nella chiesa,
servi dei poveri e servi di Cristo.
Buon Natale al mio cuore
che vuole abbracciare intimamente
quel Bimbo che i cieli hanno sognato
e i profeti hanno,
nel martirio della loro parola
e della loro vita,
annunciato.
Paolo Turturro.