Intimità divina
Io non so governare e il difetto sta nel manico. Io non so governare e gli altri smantellano la carità. “Ci sono persone così povere che l’unica cosa che hanno sono i soldi” Madre Teresa di Calcutta. Il barometro del mio spirito segna sempre l’altezza della serenità. Io e te viviamo, da anni, in una goccia di lacrime, prima o dopo aprendosi, fioriranno prati di grazie. Quanto è profondo il cuore e nessuno mai conoscerà il suo abisso che non ci affoga. Io mi riposo dentro gli stami di un girasole. Corre il tempo e io non so dire ancora chi sono. MI tormentano i pensieri, anche perché il mio cervello non è di sabbia cocciuta di passato. Come è difficile parlare con se stessi! Più ancora con Dio. Eppure io rischio una sua intimità divina. L’anima e il corpo sono fermi e io ho svuotato da tempo la coscienza, dove tanti hanno scritto. Su di noi, in quella tabula rasa, i potenti hanno imperato leggi e domini di tasse. Io ho svuotato i loro decreti e il mio spirito è volato alto e libero, da pensare come il cielo. Dio mio, Dio mio sei davvero stanco nel non essere compreso. Ora io ti ascolto in tutto ciò che è vero, in tutto ciò che è giusto, in tutto ciò che è bello. Ora è facile capirmi! La tua intimità divina è l’amore. Mi ami e io amo il mio spirito e sono già in estasi. Ora mi spoglio della mia superbia e canto come un angelo che non ha ali. Ora leggo, nel mio spirito, il vangelo del tuo figlio e le sue beatitudini mi saziano di pace. Ora è il tempo della tua intimità divina, ora anche il mio sangue diventa tuo fiato. Ora vivo il giorno senza il tempo e dialogo con Te e con il creato, senza la mia parola.
Paolo Turturro