Noi non ci abbattiamo di paura dinanzi al dilagare delle ingiustizie, perché una cosa è certa: non facciamo parte di questo esercito. Il malvagio ragiona con inganni e parolacce. Il mite riceve le ingiurie e le cancella nel perdono. Il mio dolcissimo Crocifisso non è una croce secca di legno, marcio di vermi; né un brillante d’oro al petto di vescovi e di persone, è il corpo più perfetto di quello di Leonardo da Vinci; è il corpo vivo, robusto, giocondo, splendido, non solo di carne. Ogni istante l’abbraccio. In ogni istante mi inebria. In ogni istante mi inietta una trasfusione di grazie. Noi cristiani appendiamo la croce al collo, sul letto a capezzale, nelle bare dei morti. Tu, invece, ti sei incarnato nel nostro corpo, nelle mie vene forate, nel mio capo spinato di ingiustizie, sul mio petto squarciato di calunnie e di inganni. Grazie, Signore, per questa stupenda occasione. Ora non annuncio una croce che non mi appartiene. Ora sono croce del tuo stesso corpo
Signore, ho un sogno che tutti i popoli della terra possano adorarti in Spirito e verità nella tua stessa tenda. Dipax