L
Anche la grazia a guardarla fa lacrimare. Io non conosco il pozzo del firmamento, so che da là dentro siamo usciti tutti noi. Chi ci potrà dare il cambio per vegliare l’anima dell’universo? Nell’attesa io sono distrutto dalla sentinella del mattino. Nessuno sa quando Dio s’incarna dentro di noi. L’eucaristia è il fiato del suo corpo. Mi calmavo da bambino a riscaldarmi al braciere. Ora non c’è aria condizionata che possa intenerire il cuore. Attorno al fuoco persino i lupi tacevano di paura. La prova più certa dell’amore è quella del sorriso dinanzi al dolore. C’è sempre aria di tenerezza in cielo. C’è sempre un intruso nel corpo. L’amico che non ti aspettavi, ora ti tradisce. Ruoto continuamente nel giorno, come il vasaio e non conosco le metraviglie che lo spirito prepara per me. Anche l’argilla profetizza che il vaso sarà un capolavoro. Mi hanno scagliato tante pietre e si sono frantumate in frammenti di stelle. Le mani sono sempre pronte ad accogliere. Scrivo situazioni esperte, senza conoscerle. Partorisco pensieri, come figli. Metto il mio orecchio sui miei progetti, battono forte, come colpi di chi ha corso a perdifiato. Siamo liberi, nessun obbligo, se non quello di vivere. Il deserto è la terra più libera, senza un muro, senza un recinto di appartenenza. Il deserto è abitato da tutti i viventi. I pensieri non vengono dal sudore, vengono da un abbraccio, da un vento asciutto di un annuncio.
Paolo Turturro