A Natale sento una carezza ineffabile,
mi circonda la tenerezza di un Dio Bambino.
Medito la sua piccolezza
e mi affascina la sua umiltà.
Mi stupisce un Dio creatore,
figlio della sua creatura.
Solo nell’intimità spirituale
sento Cristo che si fa mia carne,
corpo e sangue della mia esistenza.
Esplodo di gioia, nell’essere amato da Colui
che impazzisce dall’eterno per me.
Un Bambino che,
per arricchirci di divinità,
si svuota della sua infinita sapienza.
Un Bambino che, per amarci,
piange teneramente le nostre carezze
in una povera e misera mangiatoia.
Un Bambino che, per umiltà,
tende le sue mani sul nostro volto
a purificarci da ogni nostra superbia
e a quietarci d’affetto divino.
Ora finalmente l’abbraccio questo Bimbo del cielo
e non mi bastano i canti soavi
dei cuori del mondo,
così invoco gli angeli e gli umili pastori della terra
a una sinfonia eterna,
diffusa nell’universo. Dipax