Ci sono voluti tanti anni per capire che il Risorto è dentro di me.
Ora vive in me, agisce in me, sostiene in me, ama in me.
Mi sono accodato dietro quei greci che volevano vedere Gesù. Quelli lo volevano vedere quale filosofo, quale taumaturgo, quale nuovo Socrate. Nulla di filosofia nei suoi occhi. Nulla di dottrina sulla sua bocca. Eppure quei greci sapevano che Gesù insegnava con autorità.
Con autorità smantella tutto il tempio di Gerusalemme. Con autorità fa risorgere i morti. Con autorità mette in piedi storpi e zoppi. Con autorità purifica lebbrosi, con autorità crea la luce negli occhi dei ciechi, con autorità consacra donne prostitute alla sorgente del sua acqua viva.
Questi, volevano vedere quei greci! Questi, volevo vedere anch’io. Nulla di tutto ciò. Nulla di Dio ma solo un uomo che perde la sua vita, per ritrovarcela in noi.
Ecco, “se il chicco di grano caduto in terra non muore”!
Ma chi fa cadere questo chicco? E’ Dio dall’alto o il contadino sulla terra? E’ Dio che semina o è l’uomo che calpesta! Tanti di noi, come chicco, siamo stati sbattuti a terra e calpestati, mai seminati. Agli empi sembra che siano essi a decidere sulla sorte degli innocenti. A calpestarli, a provarli! Sono troppo scomodi questi profeti, proviamoli nella loro mitezza, proviamoli nella loro forza. Si sbagliano di grosso. Nulla può l’empio sul giusto. E’ Cristo il giusto che ci annuncia: “Chi mi vuole seguire, prenda la sua croce e mi segua”. 18 anni a seguirti con una croce sempre più pesante, sempre più vergognosa.
E io ti seguo e tu mi purifichi, mi sollevi dalle labbra sudate e masticate di polvere. Il chicco di grano posato in una ciottola d’oro di sacramento non germoglierà mai. Quanti sacramenti freddi senza Cristo. Le nostre liturgie sono così fredde da fa scappare persino Dio.
Ed ecco, seguiamolo! Si, senza il digiuno della carne, con il digiuno delle nostre chiacchiere, con il digiuno delle nostre opinioni, con il digiuno dei nostri rancori.
Ed ecco, seguiamolo con la preghiera del cuore!
Ed ecco, seguiamolo con “Laceratevi il cuore e non le vesti”.
Ed ecco, seguiamolo, “ Lasciatevi riconciliare da Dio e con i fratelli”.
Ed ecco, seguiamolo, “Siamo dei peccatori perdonati”.
Siamo giunti al cenacolo, la cena più emozionante di Cristo.
E noi andiamo alla mensa e alla comunione tutti tristi, impalati.
Sembriamo delle mummie che si nutrono di un cibo sterile.
Lui insiste, “Sarò innalzato” ma da chi? Da Dio suo padre o dai carnefici? A noi sembra da quei soldati. E’ un errore di valutazione enorme! Viene innalzato da Dio suo Padre per tutti noi.
Ed ecco la risposta: “Attirerò tutti a me”! Strano, anche il delinquente? Strano, anche l’omicida? Strano, anche il divorziato? Strano, anche chi ha abortito? Che strano questo Dio sulla croce. Che rivoluzione su quella croce di Cristo!
“Attirerò tutti a me”.
Conoscete forse la calamita? Che fa questo metallo? Attira ogni ferro arrugginito.
Ecco lo stupore della croce: io sono quel ferro arrugginito che viene attirato dalla calamita dell’energia divina della croce di Cristo. E mentre vengo attirato, Lui mi infonde un’energia di conversione e di purificazione totale.
Non posso non accettare d’amore, finché, tutto attirato in lui, avviene in me una metamorfosi divina: io peccatore divento fratello di Gesù e figlio di Dio.
Un vero peccatore perdonato e convertito in Dio. Una vera rivoluzione della Pasqua.
Per noi Cristo crocifisso esce dalla tomba della croce e risorge in tutti noi.
Non riguarda il sepolcro. Riguarda la vittoria di Cristo sulla morte.
Non ricordo nulla del sepolcro. Sono soltanto un Uomo Risorto!
Una vera metamorfosi divina!
Una vera rivoluzione della Pasqua. Paolo Turturro