Ho appreso dalla natura la bellezza della sofferenza, con la staphelia ho capito lo splendore del dono sofferto. Hoja di cera mi insegna a vedere le cose belle, perché la bellezza è dentro lo guardo di chi ammira. L’educazione infiamma il padre e di ritorno infiamma il figlio. Molti nella catastrofe dell’attesa escono in accenti apocalittici oppure sono tromboni di giornalisti che in TV ragliano il peggio. Come spiegare questa diffidenza o questo menefreghismo nel confronto della nostra storia? Della nostra terra? Io non credo che il temporale sporchi. La pazzia fulmina distruzioni e malattie mentali. E’ pensiero comune, anzi si è ritenuto disdicevole per un cristiano, tanto meno per un prete, tuffare le mani nella pasta della politica, materia bassa e sporca. Ma poi ti rendi conto che tanti impastano, non solo con le mani ma con i piedi e con quant’altro, la quotidiana corruzione. Io costruisco il presente piantando, non solo nell’orto, l’albero della speranza e del futuro.
Teilhard de Chardin ci ricorda che si deve salvaguardare e diffondere il bene attraverso la fede di Cristo.
Einstein ci pregusta che la scienza senza la fede è cieca, è morta.
Non si è poi prestato sufficientemente attenzione all’osservazione di Péguy: “ Lo spirituale è sempre coricato sul letto da campo del tempo”.
Paolo Turturro