Che se ne fa della nostra sofferenza? Lui l’autore della vita. Che se ne fa della nostra croce? Lui l’autore del creato.
Cambiano il modo di pregare. Cambiano il modo di accostarci a Lui con amore e verità. Che senso ha: in sconto dei miei peccati. E’ una frase che sa di passato, di non senso. Come può il Dio dell’amore., accettare una frase simile? A forza di chiedere scusa Dio si commuove? Ci sono della parabole stupende sul Padre misericordioso e il figlio che ritorna. Non hanno niente a che fare con la passione che non ama, con la verità che non accoglie. Il perdono è vestito di fascino e di luce che fa nuovo le persone che si tuffano nell’amore. Dio non ama perdonare, ma amare. E’ l’amore il frutto del perdono. Chi ama, si riconosce bisognoso di tutto. Cristo Gesù è stanco di sentirsi preso in giro. Quante messe: Signore, pietà. Quante suppliche: Cristo, pietà. Tutto un apparire, senza senso. E’ un continuo calvario che non da pace e tranquillità. Rimaniamo sempre infelici. E’ una preghiera di comodo e non di verità. Dio, fonte della luce, Dio fonte dell’amore, è lontano dalla nostra invocazione d’amore. Noi sappiamo solo commiserarci e non vivere d’amore. Ritorna il detto di sant’Agostino, ama e basta. Chi ama davvero, non ha bisogno di pietà. Il vero amore, distrugge ogni pietà. A Cristo non piace il nostro soffrire per amore. L’amore supera la barriera dell’ipocrisia e non sa altro che amare. L’amore ha il volto che non si conosce, è insondabile. Ognuno di noi è fatto di questo insondabile amore. Non ha niente da commiserarci. Superiamo la barriera del nostro pensare e accettiamo di vivere di insondabile amore.
Paolo Turturro