XXV Domenica del tempo ordinario
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La vigna
La vigna è tutta l’umanità.
Lavoriamo per Dio,
lavoriamo per il creato.
Il lavoro senza Dio è sterile.
Il creare di Dio sovrasta
ogni nostro ragionare di lavoro.
Il nostro lavorare è per il denaro.
Dio crea e opera per amore.
La mentalità di Dio sovrasta
ogni leader politico, ogni imprenditore.
L’artista rassomiglia,
nel suo inventare,
all’opera del creatore.
Torniamo alla vigna;
questa parabola
non è paragonabile al nostro mondo di lavoro,
almeno che il datore
non sia generoso come Dio.
Tutti noi siamo umili servi
della vigna del Signore.
Che vuol dire lavorare
per la vigna del Signore?
Chi sono quelli della prima ora,
chi del mezzogiorno, chi del pomeriggio,
chi dell’ultima ora?
Tutti noi siamo in piazza
ad attendere il Signore!
Lavorare per una giornata
e non a tempo indeterminato.
Tutti noi siamo disoccupati
nello spirito, se Cristo non passa
a chiamarci
e a mandarci nella vigna del Padre.
Noi lavoriamo per Cristo
senza orologi
e senza lancette.
Tutti noi siamo chiamati
non per dei riti,
non per un potere,
non per un successo,
ma per sopportare il peso dell’apostolato,
il peso gioioso del vangelo,
per sopportare il peso della conversione
totalmente a Dio.
I primi sono coloro
che hanno sentito fin da piccoli
la bellezza della chiamata del Signore.
Si può essere chiamati nel letto del dolore!
Si può essere chiamati
dalla gramigna del peccato.
Si può essere chiamati
nell’ultimo respiro della nostra vita.
L’essenziale
è lavorare per il Signore.
San Paolo ce lo spiega meglio:
“Per me infatti il vivere è Cristo
e il morire è un guadagno”.
San Paolo è chiamato a mezzogiorno,
dopo aver perseguitato i cristiani.
L’innominato all’ultima ora.
Basta un secondo per vivere di Cristo
e tu sei tutto suo.
Non lamentiamoci
come quelli della prima ora:
“Questi ultimi hanno lavorato
un’ora soltanto
e li ha trattati come noi,
che abbiamo sopportato
il peso della giornata e il caldo”.
I patti sono patti,
gli accordi vanno rispettati.
La generosità è un altro campo.
Cristo è più generoso di noi.
Dio rispetta i patti
e gli accordi,
ma Lui è oltre il nostro pensare.
“Oppure sei invidioso
perché io sono buono”?
Chi lavora per i riti,
primi nella graduatoria rituale,
per Cristo sono gli ultimi.
Chi invece sopporta
il peso del peccato
e all’ultima ora si libera dal male
e si converte totalmente a Dio,
questi è il primo.
Il peso del vangelo
è leggero
anche se annunciato
e vissuto per tutta la vita.
La vigna è la tua famiglia,
la tua città,il tuo lavoro.
Rendi un capolavoro la tua vita.
Paolo Turturro
www.dipingilapace.it