L’agonia dello spirito

Nelle mie omelie nessuno prende appunti, tanto è sconvolgente il pensare.

Ogni intuizione è incisa a caldo nella carne, dalla fornace dell’anima.

Sono nella cenere, è tempo di prostrarmi a terra, mi scarseggia il fiato.

Boccheggio polvere.

Da anni ti seguo, Cristo, con la mia minuta croce quotidiana

e le mie labbra lambiscono i tuoi sandali.

Sono un abbattuto di vento ( shefàl rùah),

è poco tradurre:“povero di spirito”, il verbo (shefàl) mi prostra a terra,

è un uragano di energia divina. Travolge tutti.

Cristo è sbattuto nel deserto dello spirito e non di sabbia.

Noi tutti siamo l’aridità dello spirito.

Patisce l’agonia dell’anima.

Sbattuto nel deserto dello spirito vive l’agonia del peccato.

Dio, in Cristo, si fa peccato.

Quel deserto è ciò che è rimasto del paradiso terrestre.

Superando le tentazione Cristo ci rifiorisce l’Eden della grazia.

Qui è la sua passione, morte e risurrezione.

L’agonia sulla croce è meno sconvolgente dell’agonia dello spirito.

Qui è la risurrezione e rifiorisce in noi il paradiso terrestre.

Barcolla il cuore e la mente. Un brivido pervade le mie ossa.

La Parola di Cristo non mi dà tregua, finché non sia compiuta totalmente.

Dipax

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