Io sono un uomo debole e di vita breve,
incapace di comprendere la giustizia e le leggi.
Manda la tua sapienza nel mio cuore e io sarò guarito.
Mi costringe a soffrire il dolore dell’anima.
E’ latente e sempre pronto a riaffiorare.
Mi consuma gli occhi, la bocca, le gambe e tutto il corpo.
E poi, e poi non sai più nulla, se non il soffrire.
Non credere che passi nel tempo,
basta un ricordo e riemerge superbo
negli angoli più oscuri del cuore.
Solo il dolore non dimentica nulla.
Il nulla è la nostra potenza.
Annientarsi in lui è respirare l’oltre.
Quante cose sa il cuore,
quante la mente, non bastano a distruggere il dolore.
Il cuore sa di giustizia, sa di onestà,
sa di benevolenza, sa di terra e di cielo.
Tutto sa il dolore e tutti noi sperimentiamo
il suo respiro, nulla sfugge al suo patisce.
Il tormento eleva in alto il pensare
e non badi affatto alle meschinità degli ignoranti.
Sono convinto, lotterò più forte,
sconfiggerò anche il corpo
che ha paura della morte.
Sono tutto, luce e tenebre.
Sono tutto, il giorno e la notte.
Si apre l’aurora e mi penetra dentro
l’incanto della vita e la bellezza della luce.
Sono troppo assorto nell’estasi del dolore
e danzo sotto l’uragano.
Il vero è una calamita che schioda calunnie e menzogne.
Termina il giorno a cantare
e già ritorna il turno delle stelle;
le stelle sono diamanti che oscurano il male.
Tardi ad accendersi e sempre a svanire.
Il giorno delle stelle non arriva mai,
sono in alto e sono un bagliore inesistente.
Le stelle sono la luce dell’anima,
risplendono solo nel patire.
Paolo Turturro