L’eremita

La mia ragione ha vinto le intemperie

e ha donato al mare il mio cuore di stella marina.

La mia bocca è un’anfora, da dove bevo il nettare della vita.

La mia falena è piena di fuoco, starò caldo nel suo abbraccio.

L’infinito che io amo, io lo cerco e mai lo trovo.

Dove sei, o Dio?

E’ nella conchiglia del mare.

E’ nella profondità degli abissi.

E’ nel profondo silenzio del sofferente.

E’ nel vento che ulula lontano.

E’ nell’ebbrezza ondeggiante del grano.

E’ nelle foglie verdeggiante di primavera.

E’ nel solco tracciato dell’arato.

E’ nelle vigne spumeggiate di vino.

Tutto il giorno cammino a cercarlo.

Dona la luce al mattino agli occhi.

Gioisce nel lavoro pesante dei campi.

Suda nel tirare il secchio pieno d’acqua dal pozzo,

quando le carrucole sono nel tempo arrugginite.

Va e viene nel giorno che finisce.

Tutto si consuma e tutto io adoro

nel tabernacolo del cuore.

E’ l’eremita, è Dio!

Lo incontro, cantando,

Lo incontro, lodando,

Lo incontro, sudando la fatica dello spirito.

E’ l’eremita che vuole parlare dalla terra con Dio.

E’ l’eremita che si sazia di silenzio.

E’ l’eremita della terra a cercare spiragli di cielo.

E’ l’eremita che è pieno di spirito

e vuole elargire a tutti la sua felicità.

E’ l’eremita che vuole sanare ogni ferita,

ogni pianto, ogni sospiro a beneficare chi soffre nello spirito.

E’ l’eremita della terra e del cielo

a custodire ogni grazia che è nel cuore dell’uomo.

E’ l’eremita, stella polare a indicare nel cielo

la presenza di Dio.

Sono l’eremita a incontrare

sulle strade dell’uomo Colui che respira

l’orizzonte che insanguina la terra.

L’eremita è Dio che cerca l’uomo,

vuoto di terra e di cielo.

Paolo Turturro

www.dipingilapace.it

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