L’incomprensibile, non comprendo
nulla di ciò che non si può conoscere.
L’inaspettato, nulla spero e nulla so nel cammino dell’esilio.
L’insostenibile, sono senza croce
e senza corone di spine.
L’inaccettabile, salgo sul calvario
senza sangue sulla mia pelle.
L’inarrivabile, corro tra la gente
senza sputi, senza lance nel costato.
L’inconcepibile, vago nell’esilio
con il cuore trafitto,
senza che alcuno si accorga.
L’insondabile, quanti fiumi inondano la terra,
fiumi di prepotenza e di ignoranza.
Non arriverò mai a conoscere l’arcano
che mi arroventa la mente
e mi sbatte fuori della conoscenza.
Sono tutto ciò che non sono,
eppure trito il sapere per giungere alla meta
che ogni uomo spera.
Sono appena un sospiro
che vuole innalzarsi oltre ciò che non si sa.
Un sospiro di pace,
una boccata d’aria pulita,
un arcobaleno spezzato alla nascita,
un giorno senza tramonto,
un’oasi che non finisce mai
di illuminare persino l’aurora boreale.
Sono ciò che dico
e tutto va in fumo a meditare.
Io voglio pensare all’altra sponda,
dove è possibile ricominciare a nascere.
Forse in questa rinascita
sarà diverso il concepire.
Setaccio le passioni, potando i sentimenti,
sono arrivato all’estasi senza contemplare.
Paolo Turturro