In fondo fantasticare è facile, atterrare è difficile.
Un tempo, quello che faceva l’uomo, ora è una macchina a farlo, senza sudore.
La macchina però non è mai contenta del suo lavoro, anzi è difficile, quando si rompe, accontentarla.
Così oggi continua a rubare mestiere agli uomini.
E’ inutile e impossibile trasformare la macchina in uomo.
I robot sono senz’anima, come certi padroni a cervelli di soldi.
Chi sfrutta nel lavoro, non muta le sue abitudini di ingranaggi.
Gira e rigira ruote a raccogliere il frutto del lavoro degli altri
e lo mette in serbo per sé.
Amico, non muta, come la macchina,
chi sfrutta a sangue la fatica sugli altri.
Meglio l’uomo con la sua pazienza che una macchina che non pensa. La pretesa di essere stimati e validi è la presunzione più terribile che un uomo possa avere. Più ancora la pretesa di essere amati è presunzione per non esistere.
Paolo Turturro