A me piace aprire i libri. Ho la grazia di leggere l’anima di chi scrive. Trovo disagio, in coro, a lasciare da parte il volume della Liturgia delle ore, per illuminarmi con un tablet a internet. Si, sono debole a navigare su altre reti. Non vorrei però proibire di connettervi alla Parola, come l’abate de “Il nome della rosa”, a tingere le labbra di violaceo inchiostro a morire.
Lo so che il mondo cammina ad anni luci e io non posso restare stazionato sul mio moggio.
Considerate però la confusione dei valori. Forse è rimasto qualche peccato?
Forse massacrare gli immigrati, così numerosi, schifosi e diversi da noi, è un reato? A chi addossare tale crimine? Al mare nostrum? Come al solito a “un fascicolo contro ignoti”? Cartacce che danno alimento solo agli avvocati. Gli scafisti, secondo voi, dove depongono i soldi degli immigrati, affinché quei poveracci salgono sui gommoni? Forse nelle banche europee? Chi è più scafista allora? Io credo ai fantasmi di Portopalo. Dipax