“Non giudicate e non sarete giudicati”, è la proposta di Cristo. Il giudizio ci divide, ci separa, non unisce, ci ferisce. Il giudizio ci mette in condizione di condannare gli altri. Chi giudica si sente superiore agli altri. E’ difficile liberarci dal giudizio. Ci attanaglia nei nostri schemi mentali e non ci permette di aprirci agli altri. Con il giudizio ci sentiamo capaci di valutare gli altri. Il giudizio riguarda gli altri e non noi stessi. Chi siamo noi di giudicare? Chi siamo noi a condannare, quando siamo noi stessi a barricarci di condanne? E’ veramente sano sentirci ed essere unici. E’ bello amare tutti senza pregiudizi. Giudizio e pregiudizi sono i confini che ci coartano e ci legano alle nostre stesse condanne. Siamo noi stessi a condannarci. Ci sentiamo così superiori da uccidere noi stessi con i nostri metodi mentali. Siamo vuoti e incapaci di vedere il bello negli altri. Ecco la proposta di Cristo:”Ama il prossimo tuo come te stesso”. Come amarci senza giudizi? Amare è la forza più vitale che l’uomo sente dentro di se stesso. Siamo come l’erba che germoglia al mattino: al mattino fiorisce , germoglia, alla sera è falciata e secca. Chi giudica è come l’erba secca. L’uomo buono toglie da se stesso ogni colpa e non mette davanti a se i peccati degli altri, occulti alla luce della verità. Siamo così limitati da non accorgerci che la nostra vita passa presto e ci dileguiamo, dedichiamo tutta la nostra vita a condannare gli altri. Insegnaci, Signore, a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore.
Paolo Turturro