Non so dire più civiltà, nel mio silenzio forse lo dirò. Qui è la civiltà del sopruso, della prepotenza e degli affari personali. Come è possibile che dentro la stessa comunità europea sussistono David Sassoli e i furbetti del Qatar? Si sta spegnendo il fuoco dell’altruismo. Per affrontare tante tempeste è necessario tanta pazienza, tanta attesa e tanta speranza. I grandi sanno che l’altezza è l’umiltà che slancia il cuore in ciò che mai puoi raggiungere con le tue forze. Un paese che uccide i propri figli, è destinato a morire. Giovani donne iraniane con un occhio insanguinato gridano la libertà dei diritti umani. Anche senza un occhio il cuore ama e batte più forte. Lo spirito di queste giovani donne fa ciò che l’amore lotta e vuole. Stanno seminando il diritto della libertà con il loro sangue. I dittatori non hanno faccia, sono maschere da imbecilli. A che serve l’onestà in cielo, quando serve più sulla terra? Dio ha seminato i valori dentro di noi, per viverli già nei nostri giorni. Io do, non solo alle piante, la capacità di curarsi da se stessi. Tutto nasce dall’oblio del sapere. Nulla è di vero, se non viene dal cielo. Come sono le aquile di mare? Io non conosco i sogni del mare e mi mancano gli scogli di Giovinazzo. Sono dentro la sorgente di ogni volere. Solo la volontà scolpisce realmente i sogni degli innocenti. Mi fa male vedere un uomo ridotto ad animale. Quando finirà nella mente dell’uomo la dittatura? E’ la donna la fucina della lotta. Fermi, fermi, statici l’Onu e le istituzioni mondiali, dinanzi ai massacri e alle barbare uccisioni nelle prigioni iraniane. A che serve la scienza, se non si oppone all’ignoranza dei dittatori? La diplomazia è la morte della libertà, qualora si scenda al compromesso per affari personali. Il timore è il freno a ogni libertà. Il coraggio di queste giovani donne è il seme sicuro di una rinascita sana, libera e umana.
Paolo Turturro