“Benvenuti nel mio cuore, nel più grande carcere del mondo. L’amarezza di non essere accolto mi fa sudare la mente di essere un escluso, un estraneo in questo mondo. Persino le stelle nel mio cielo sono cani da guardia”.
E’ il grido dei nuovi gospel.
Come mai il Dio del cammino finisce rinchiuso dentro chiese, moschee, sinagoghe, dentro recinti di religioni?
Nell’ostilità verso gli immigrati c’è forse il sospetto che essi conoscono meglio di noi
le vie del cielo, le vie dell’onestà, le vie dell’umanità.
Persino i loro pensieri più liberi vengono rinchiusi in carte che nessuno legge, in navi che non approdano mai.
Persino i loro canti densi di speranza e così liberanti sono rinchiusi in spartiti di sale da concerti.
La loro vita di ribelli è rinchiusa dentro un cammino di emarginazione e di solitudine.
I loro salmi però salgono immediati al cielo e lassù c’è Dio che Provvede. Dipax