Rimettiamo in campo la conoscenza, non tomistica ma quella evangelica.
Da ragazzino ho odiato le falsità. Pinocchio mi disturbava, avevo timore del suo naso lungo e falso. Tuttavia mi beccavo tutti i rimproveri dal mio maestro. Anche se egli stesso sapeva che i miei compagni mi addossavano tutte le colpe. In hoc signum, vinces. E’ chiaro che Dio in quel tempo parlava solo latino. La follia supera sempre la realtà. Gli ignoranti non muoiono sulla via della scuola.
Solo il furto ha fatto nascere la proprietà privata. Con le armi si protegge le proprie cose, la roba. Qual è il peccato del mondo, se non rubare ciò che Dio ha regalato gratuitamente a tutti? Rubare è il frutto della superbia. Anche i ladri innalzano preghiere, perché le loro rapine vadano a buon frutto con ottimo bottino. Essi rubano ogni fede, per esaudire le loro passioni. Forse abbiamo rubato, anche noi di chiesa, a nome di Cristo Signore. E’ tempo di prendere posto nel campo della conoscenza, nel campo del perdono. E’ tempo di prendere posto nel campo del vangelo. Lassù non c’è abate che ti possa assicurare uno scanno al piano superiore del coro, né i tuoi meriti ti possono fare assurgere più in alto, dove l’alto del tempo non c’è. La luce dello spirito non ha dimensioni di potere. Sono altre le altezze divine. Il nostro corpo è un distillato perfetto. Distilla energie per la buona salute. Forse c’è uno scienziato che è capace di inventare tale operazione? E’ un distillato che ci purifica da ogni scoria che il male produce. Il nostro corpo rassomiglia un po’ al nostro spirito che distilla la luce e svanisce ogni tenebra.
Io vivo le tre dimensioni dell’esistenza creatrice: quella celeste, quella terrestre e quella degli inferi. Sappiate però che la dimensione degli inferi appartiene solo all’inconscio. Siedo su uno scanno di roccia, che mi scandisce il mistero pasquale. Ecco negli occhi riluce Cristo risorto e nel corpo tutto il Cristo crocifisso che mi salva con il suo immenso amore. Qui mi apro alla corretta dottrina di sant’Agostino e di sant’Ambrogio. Tutti e due correvano verso il potere della mente e del tempo. Erano un po’ Amalek e un po’ Cur. Ognuno di noi corre ora verso il male, ora verso il bene. Anche noi siamo un po’ Amalek e un po’ Cur. Quei santi cacciatori di Dio, conclusero la corsa verso il Bene Sommo. Tu credi oggi? Sei il primo martire dello spirito. Non ci è chiaro, quando siamo fautori di guerre e quando fuggiamo dalle armi della mente. Solo la preghiera insistente ci fa arrivare prontamente al bene. Prontamente a togliere le guerre dal cuore. Prontamente a eliminare ogni odio. Prontamente alle cose di Dio. Insistere a pregare in noi in tempo opportuno e non opportuno. Il tempo inopportuno si supera con la preghiera d’impeto. Cos’è la preghiera d’impeto, se no l’affidarsi a Cristo che tutto può? “Tutto posso in Colui che mi dà forza”. Prontamente mi fa ascendere a stringere, sulla croce, il suo costato che è il talamo del suo amore. Prontamente è Dio ad abbracciarci d’amore.
Paolo Turturro