Ripenso ai giorni della mia giovinezza. Ardo d’amore nell’aver costruito le tue opere. Ricordo le meraviglie lontane. Un canto mi ritorna nella notte: il memoriale della gioia di migliaia di giovani che hanno unito il mondo nell’amore. Forse mi hai dimenticato, Signore? A tutti hai realizzato i tuoi prodigi. Forse solo a me non manterrai la tua promessa? Ricordo le gesta dei santi. Rammento lo stupore della conversione di san Paolo. Quelle di sant’Agostino e di Alessandro Manzoni m’infuocano. So che molte cose non si annunciano, ma succedono. Succede sempre il tuo stupore. Io attendo, come il bocciolo di una rosa al sole. Forse sono così misero da non poter essere convertito? Mi vado ripetendo la tua grazia, perché non mi senti? O Dio, forse come gli ebrei griderò che non hai orecchie. Forse non hai bocca? Posso affidarmi a un dio che ho scolpito e dipinto? Non tardare, Signore, a infuocare il tuo amore per me! Non biasimare la mia poca fede. No, non chiamarmi sclerotico di cuore e di mente. Forse posso crescere soltanto nei rimproveri? Tu non sei un Dio che dimentichi.
Io sono alito del tuo stesso alito. Respira in me il soffio del tuo amore. Non ritirare da me il tuo santo Spirito, sono morto solo al pensarlo. Solo al pensare alle guerre, sento i brividi che mi accascia. L’uomo è capace di distruggere tutto ciò che ha costruito, ma nulla può su quelle che hai amato e creato.
Paolo Turturro