Sabato santo
Una notte oscura
Perché questa sera è diversa dalle altre?
Perché la notte del Risorto è più buia delle altre?
Il mondo è al buio del corona virus.
In questa notte nessun fuoco si accende,
nessuna candela illuminerà il nostro volto.
Dove sono le fiammelle benedette
che accendevano il cero
della stella del mattino che non si spegne mai?
Chiese vuote, sagrati senza falò da benedire.
Dov’è l’acqua battesimale che aspergeva i cuori desolati?
Non c’è un santo che canti l’alleluia!
Non c’è un mare da spaccare
e uscire illesi dal diluvio dei contagi.
Non c’è più la notte della Pasqua.
Questa è la notte!
Il labirinto della notte!
Questa è la notte che ci tormenta di pazienza.
Non c’è più la notte di Pasqua?
Non c’è più il Risorto?
Fuggo anch’io, come i discepoli di Emmaus.
Fuggo anch’io dal tormento del contagio.
Fuggire?
Ma dove andare?
Dov’è il risorto?
Ti vedo ancora crocifisso. Ti vedo esangue. Ti vedo sconfitto
dai chiodi delle menzogne.
Ti vedo nel sepolcro, avvolto di sudario.
Basta! Tutto è finito.
L’altare è spoglio. Nessun fiore!
Vuote sono le ampolle degli oli sacri.
Le tovaglie sono di cenere.
L’altare non è più una mensa.
Il lezionario è chiuso e nessuno più lo apre a leggere.
Non c’è più un coro a innamorare gli angeli.
Sono finite le litanie dei santi
e il fonte battesimale è secco.
Una notte senza Dio!
Una notte senza pane,
una notte senza calice da innalzare.
Noi speravamo, ma sono passati giorni senza il risorto,
sono passati mesi senza la sua presenza.
MESI SOLO DI COVID – 19.
La gente muore senza di lui.
Gli anziani muoiono senza benedizioni.
Si muore senza funerali.
Questa
è la notte che non finisce mai.
Questa è la notte della morte!
Questa è la notte storica da non dimenticare.
Eppure uno spiraglio di luce c’è la in fondo al cuore.
Sei tu Gesù?
Non ho più paura delle sbarre.
Non ho più paura della morte.
Ho paura soltanto del peccato.
Ho paura solo del non credere.
Fammi uscire, Gesù, dal sepolcro dell’incredulità!
Ecco tu vieni.
Non sei tu il grembiule della chiesa?
Non sei tu il registro dell’ascolto?
Non sei tu il fratello da aspettare?
Sono ancora incredulo. Non credo ancora.
E’ solo un sogno!
E’ solo un’allucinazione.
E tu mi scuoti:
Sono io! Sono qui!
Non avere timore,
sono con te.
E io ancora: dove ti hanno posto?
Ti aiuterò a risorgere!
In quale crematoio tu sei?
A quale miracolo credere ancora?
Sono proprio io, il risorto.
Tu mi adori già in Spirito e verità
e dubiti ancora?
Dove sei, Signore, in quale ospedale?
In quale ospedale da campo?
Che notte diversa, questa Pasqua!
Nessun pane da spezzare!
Nessun calice da alzare!
Nessun mare da spaccare!
Nessuno fugge al faraone,
nessuno fugge alla morte.
E’ la Pasqua dello Spirito.
Su, alzati! Vai dai miei fratelli e dì loro
che non ho bisogno di liturgie, per risorgere.
Non ho bisogno di ceri,
non ho bisogno di incensi
ma solo dei loro cuori ardenti.
Io sono qui, caduto a terra.
Sono qui, caduto in ginocchio.
Sono qui, dove il cuore è una cattedrale
e piange di risurrezione.
Sono qui, dove il cuore è un’estasi di amore.
Sei qui, sei proprio qui, accanto a me.
Il mio petto ti sente e arde come un roveto ardente.
Sei qui, non so dire altro.
Il linguaggio teme parole sterili.
Nulla
si può cantare su di te, risorto.
Nulla si può osannare,
sul tuo corpo cicatrizzato di piaghe divine.
Come cantare il crocifisso?
Come cantare un cadavere?
Come cantare un corteo di camion funebri?
Nulla io so dire
e la pace inonda il cuore.
Nulla possono le labbra baciare.
Nulla possono gli occhi vedere.
Nulla possono le mani toccare.
Noli me tangere, Paolo!
Ti devo portare ancora dal Padre,
ti porterò nell’Eden da dove sei uscito.
Buon viaggio, amico mio e fratello,
con te ci sono tutti,
anche il tuo amico Giuda
che tu conosci con altro nome.
Convertiti dinanzi a:
una croce o un albero,
guardali e scegli:
l’Albero della vita
o l’albero di Giuda.
Sono le tre
e le tenebre hanno finito di vincere.
Oggi, domani e sempre
sono Risorto con tutti voi. Dipax