a cura di Giuseppe Fiore
l’Attaccante che sfondava le reti
“el goleador de siempre”
RE della Favorita
Basta il nome, Ghito. Che non è l’acronimo di Julio Carlos Santiago Vernazza o un soprannome tipo il pupone o l’abatino, ma soltanto il diminuitivo affettuoso di “Santiaghito”. E Ghito gli è rimasto fino ai nostri tempi, fino agli ottantasei anni che “el goleador de siempre”, nato a Buenos Aires, compirà il 26 agosto. Non vogliamo entrare nel merito se sia stato il più grande di tutti dal punto di vista tecnico. Sicuramente lo è stato per attaccamento alla maglia, umanità, valore di sentimenti e per quel suo tiro, come si diceva una volta? al “fulmicotone“, potente e preciso, con particolarità: stop di coscia e conclusione al volo imprendibile per i portieri.
Una volta a Zurigo calciò quasi dalla linea di centrocampo e il pallone rimbalzò due volte prima sulla traversa e poi a terra. E alla Favorita, realizzò un gol contro l’Alessandria di Rivera con una botta, rasoterra scagliata su punizione all’altezza della tribuna centrale. Quattro campionati argentini vinti con il River Plate e il titolo di capocannoniere del 1956; una promozione, il titolo di cannoniere della B, prima volta di uno straniero, il record rosa cancellato solo dopo una cinquantina di anni da Fabrizio Miccoli, una costanza di rendimento ineguagliabile. Numeri che non danno l’esatta grandezza di un calciatore che ha sempre rappresentato il Palermo, simbolo e leggenda da quando andò ad abitare in via Vincenzo Di Marco, frequentando con garbo i locali alla moda, senza mai tradire la moglie, senza mai un’avventura fuori posto. A Palermo, si trasferì nel gennaio del 1957. Aveva un ingaggio di 7 milioni di lire all’anno.
Dei rosanero è stato anche allenatore per un giorno, il 15 maggio 1960
La sua epopea rosa in episodi che ne scandiscono la dimensione la personalità. Il 30 novembre del 1958 il Palermo conquistava contro il Parma una delle vittorie più rotonde della sua storia: 7-1. Partita da incorniciare anche per un episodio che avrebbe disegnato l’esatta dimensione del campione. Gol regolare il secondo di Vernazza? Neppure per idea. Ghito tirò talmente forte che il pallone bucò la rete ed entrò lateralmente. L’argentino lo confessò all’arbitro, ma questi non volle sentire ragioni. Dall’uomo al capitano coraggioso. Contro il Como, a meno di dieci minuti dalla fine, il Palermo perdeva per uno a zero. Tranquilli, Vernazza in sei minuti ne segna tre, sfoderando il suo repertorio, su rigore, di testa e di piede. Dal leader al fantasista. In amichevole contro la Roma, Vernazza e Gomez danno spettacolo sotto la tribuna con un torello contro i giallorossi che caricano a vuoto.
Nel libro della leggenda rosa, oggi come domani, sarà difficile trovare un giocatore che possa scalzarlo dalla copertina.Tornato in Argentina, perde quasi tutto per la crisi economica e apre una segheria. Al Palermo segnala Pastore e Di Maria Aveva un ingaggio di sette milioni all’anno e in città abitava in via Vincenzo Di Marco Il 26 agosto compì 86 anni