Non condanniamo l’uomo a essere il disastro di se stesso. Non condanniamo la natura a morire. Impegniamoci a seminare sorrisi ma anche piante di mangrovie; sguardi sereni ma anche grano, mais, ortaggi e cereali. La natura è come una religione, sacra dello stesso spirito del Signore. L’uomo è tristezza di stragi, tanti però sono capolavori di arte. L’uomo è nato per stupire dal suo primo momento. Le grandi scalinate dei campanili delle chiese sono una ginnastica del medioevo. L’aristocrazia è sempre in alto, i poveri invece a razzolare tra le loro immondizie. L’uomo, rammentiamoci, non è un ibrido tra un dragone e un angelo. La delizia più democratica è il gelato e i piaceri dell’arte sono i frutti delle mani che donano non solo democrazia, anche se i sorbetti e i liquori sono delle degustazioni divine. Con la mia mente giro per il mondo e basta una ventata fresca di un paesaggio che ho custodito dentro di me, mi ritorna negli occhi non solo a immaginare. Il Venerdì Santo è il capolavoro più sacro dell’umanità. Dentro ci sono dolori e drammi di tutti i secoli. Cristo è il corpo di tutti i secoli delle genti. I dolci non sono solo una ricetta ma suoni, consistenza e sapori di tutti i poemi. La Chiesa del Risorto è una madre che ci protegge. In Sicilia i dolci e le parole sono un’identica gastronomia. Dolci e parole sono un commovente idioma d’amore. La musica più sacra è l’amore