Sto spigolando, solco dopo solco, la povertà e la croce. Sono spighe abbondanti. Sono spighe copiose e ricche. Sto spigolando la pace nei raggi di ogni lacrima. Sto spigolando l’obbedienza nell’affidarmi a Cristo, nel calice dell’orto del Getsemani. I governi, ieri, erano frutto di guerre e di ribellioni, oggi, invece, sono frutto di economia. Il canto diventa eterno nelle vibrazioni di chi canta e nel battito del cuore di chi l’ascolta. L’uomo che travasa il suo animo nell’altro, si ritrova ricco di tanti cuori. Dio non prende le distanze da noi, dalle nostre lacrime. E’ così vicino a noi, da essere quasi noi stessi.