I miei giorni d’impazienza sono divenuti giorni di grazia.
Ho vissuto anch’io gli anni di rame, il miglior conduttore delle ribellioni:
gli anni ’70, quelli della lotta armata dei pensieri.
Ora ho appreso la ribellione del tacere.
Il mio scrivere è un corpo di reato che disturba i potenti.
La mia solitudine è un deserto a gridare e a sconfiggere ogni malefica opposizione.
I miei libri pesano più del loro peso e del loro pensare.
Bruciarli non conviene, potrebbero essere tossici a respirarli.
Se vuoi, posso regalarti la primavera di un pensiero!
“Una ginestra fiorita sui tratturi delle mandrie.
Un nido di passeri su un albero innevato.
Le stelle cadute nelle mie mani.
I piedi baciati dal sole.
Una sorgente d’acqua scaturita da una roccia secca,
come il mio cuore”.
Ti basterà gioire, come la grazia di Cristo a san Paolo. Dipax