Un canto nel dolore
vale un’intera libertà.
Sono la voce delle sole vocali,
le consonanti non servono al dire,
se le inghiotte il soffrire.
Ciò che è nell’innocenza è tutto risaputo.
Si muove a memoria dentro di noi,
come per un cieco le cose in una stanza.
( per continuare a leggere vai sulle Lettere dal Borgo della pace) Paolo Turturro