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Anch’io in questo santo Natale voglio farvi un regalo. Vi regalo la mia gioia, vi regalo la mia voglia di crescere nello spirito. Vi regalo la mia fervida volontà di sfidare il male imperante. Non voglio vivere dentro un cellulare. Vi regalo il mio spirito che vuole esplorare non solo l’universo visibile, ma soprattutto quello invisibile. Non tutti i giorni sono uguali, come le notti. Io vivo dentro il pane eucaristico. Le notti hanno le loro liturgie e celebrano il sapere che si svela nei giorni. Io vivo nel tabernacolo a riscaldare gli umili, gli scarti. Io mi riscaldo con le meditazioni di don Tonino Bello. Mi rafforzo con le intuizioni di Alda Merini. Grido con la voce di papa Francesco, non più morti nel lavoro. Canto con l’osanna degli angeli la presenza dell’Emmanuele e non sono più muto, come la terra deserta di ascolto. Vi regalo l’ascolto non solo del vangelo, ma di ogni povero, di ogni scartato dalla società opulenta di denaro. Sto per donarvi il regalo più ambito e più caldo: vi regalo Gesù Bambino che stanotte si è incarnato nell’eucarestia del mio cuore e l’ho partorito come mio figlio. L’ho scritto nel censimento dell’albero mio genealogico e ora anche Dio fa parte dei Piccoli della pace.
Paolo Turturro