Vi racconterò il mio amico pescatore che mi ripeteva spesso questa filastrocca, remando all’aurora di ogni giorno:
“La felicità è vivere il senso della propria vita. Non cercarla lontana, è dentro di te. Prima o dopo t’incontrerà”.
Grazie ai suoi remi, ho deciso di studiare la storia dei vinti, scritta sulla carne dei combattenti.
Non salirò sulle montagne della vittoria dei vincitori a emulare grottescamente il trionfo.
Crolla la verità di sabbia, come quella casa costruita senza fondamenta.
“I vincitori, continuava – hanno scritto leggi contro l’uomo e comandamenti che offendono Dio –
e se la prendeva con Napoleone che lo definiva senza parte:
“Un facchino imperatore che sale al potere, mi diceva scandalizzandomi mentre rassettava le reti, come può consacrare vescovi a suo comando e piacere?.
Ma io allora non capivo nulla di imperatori, vescovi e giudici ladroni.
Ciccio era un vagabondo del mare e anche lui, poveretto, nulla capiva dei potenti.
Il suo errore? Mi ha incarnato la sua passione. Oggi mi tocca remare il mondo, per liberare i popoli dalle leggi inique dei potenti, che opprimono solo i deboli.
Forse farò parlare belve, uccelli e pesci, per togliermi da ogni responsabilità. Saranno finalmente le mie favole che dovevo scrivere fin dalla mia infanzia.
A domani allora. Dipax